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Ceo e compensi: ora c’è l’arbitrato

Il diritto ai compensi dei Ceo (o amministratori societari) può essere affrontato, nelle controversie di lavoro, anche dagli arbitri. Lo ha deciso la Corte di Cassazione con la sentenza n. 2759/16. Questi i fatti in breve: un amministratore di una società si era rivolto alla sezione del Lavoro del Tribunale competente per inviare un decreto ingiuntivo proprio alla società, al fine di riscuotere il compenso dovuto. La S.p.A. si era opposta in giudizio eccependo la competenza del collegio arbitrale. Dopo i primi due gradi di giudizio favorevoli alla società, l’amministratore era ricorso in Cassazione.

Affrontato il tema della competenza territoriale

La Suprema Corte, a questo punto, si è pronunciata su diversi aspetti della questione. Innanzitutto veniva affrontato l’argomento della competenza del tribunale, stabilendo che tale materia rientra (compenso degli amministratori) nelle competenze del Tribunale delle Imprese (art. 3, comma 2, lett. a del D.lgs. n. 168/2003). Diventa qui irrilevante però stabilire il preciso rapporto intercorrente tra l’amministratore e la società, dal momento che questo tipo di controversia può essere gestita anche dall’arbitrato.

Le controversie sui compensi possono essere decise dagli arbitri

Importante poi l’evidenziazione, da parte della Corte, della decadenza del divieto per gli arbitri di questo tipo di controversie. Per cui, anche le controversie ascrivibili all’art. 409 c.p.c. (controversie individuali di lavoro e tipologia di rapporti lavorativi) possono essere affrontate dagli arbitri. Per comprendere meglio, queste sono infine le parole esatte degli Ermellini in proposito: “Deve pertanto ritenersi che, in ogni caso, sia se qualificati come rapporti assimilabili a quelli di lavoro o di prestazione professionale, sia se qualificati come rapporti societari tout court, i rapporti fra amministratori e società, anche se specificamente attinenti al profilo interno dell’attività gestoria e ai diritti che ne derivano agli amministratori, danno luogo a controversie che possono essere decise dagli arbitri se tale possibilità è prevista dagli statuti societari”.