Il periodo della primavera inoltrata lo si ricorda anche per la dichiarazione dei redditi. Anche per quella 2017 si potrà usufruire del credito d’imposta per la mediazione civile e commerciale. Per chi non avesse ancora chiare le idee, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una sorta di vademecum in una circolare apposita (7E del 4 aprile scorso). Vediamo in sintesi le principali indicazioni.
Credito d’imposta: equivale a quanto è stato effettivamente corrisposto
Il credito d’imposta che spetta a coloro che si sono serviti di procedimenti di conciliazione in mediazione civile e commerciale equivale a quanto è stato effettivamente corrisposto. Ci sono però dei limiti: in caso di ogni (si badi) mediazione conclusasi positivamente esso ammonta a 500 euro al massimo, mentre in caso di insuccesso il limite massimo di credito di ferma a 250 euro. Due mediazioni concluse bene potranno quindi spostare il limite a 1000 euro e così via. ll credito d’imposta in oggetto può essere utilizzato in compensazione, tramite modello F24, o in diminuzione dell’IRPEF. Se ci si dimentica di dichiarare il credito nella dichiarazione dei redditi, è importante sapere che si decade dal beneficio.
Decreto entro il prossimo 30 maggio
Entro il prossimo 30 maggio, comunque, il ministero della Giustizia dovrà emanare un decreto per coloro che vorranno usufruire al meglio di questo strumento. In esso dovrà essere specificato: quanto viene destinato alla copertura delle minori entrate derivanti dal credito d’imposta relativo alle mediazioni concluse nell’anno precedente; il credito d’imposta spettante in relazione all’importo di ciascuna mediazione in proporzione alle risorse stanziate e nei limiti previsti. Successivamente, entro il 30 giugno, tutti coloro che sono interessati al credito d’imposta dovranno ricevere dal Ministero anche informazioni circa l’importo spettante.