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Giustizia alternativa, ecco il rapporto Isdaci 2016

Sono quasi 300 mila (298.728) le domande di giustizia alternativa che si sono avute nel 2015, +12% rispetto al 2014. È quanto emerge dal nono Rapporto Isdaci, promosso da Unioncamere, Camera di Commercio e Camera Arbitrale di Milano, presentato nei giorni scorsi. Un quadro nazionale della giustizia alternativa nel 2015 ricco di dettagli. Andiamo ad analizzarne qualcuno.

Nel 2015 +9% di ricorso alla Giustizia alternativa

Innanzitutto il rapporto nota un aumento di domande di mediazione amministrata. I numeri: 196.467 nel 2015, più 9% rispetto al 2014 e più 27% rispetto al 2012, anno quest’ultimo in cui era in vigore la mediazione obbligatoria che annoverava tra le materie in cui era possibile procedere il risarcimento del danno da veicoli e natanti . L’81,6% è costituito da domande di mediazione obbligatoria. Riguardo alle materie il rapporto sottolinea invece come i contratti bancari siano al primo posto, con il 23,5% del totale. A seguire i diritti reali con il 13,7%, locazioni con il 12%, condominio con l’11,9%. Ci sono poi le mediazioni su risarcimento del danno da responsabilità medica con il 6,6%, contratti assicurativi con il 6%. Chiudono le divisioni dei beni con il 4,8%, e le successioni ereditarie con il 4,2%.

Roma e Napoli le città più rappresentate

Altri dati si hanno sul valore medio delle mediazioni. Valore che si aggira intorno ai 137.862, con un +24,6% in un anno. La durata media, si porta invece a 103 giorni. Al 44,9% la percentuale di adesione della parte chiamata in mediazione (percentuale che diventa il 64,9% per le successioni) con l’accordo che viene raggiunto nel 23% dei casi (54% nel caso di risarcimento danni da veicoli e natanti). Un dato interessante concerne poi la geografia degli organismi di mediazione. Questi si concentrano per lo più nella città di Roma (12,5%), seguita da Napoli (7,5%), Milano (4%), Salerno (3,7%), Torino (2,2%), Bologna, Lecce e Palermo (2%). L’ultimo dato ci parla, infine, dei protagonisti delle controversie. L’86% dei procedimenti riguarda controversie sorte tra due imprese o tra un ente ed un’impresa. Il restante 12% riguarda procedimenti tra imprese e consumatori (quest’ultimo gestito presso le Camere di Commercio).