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Giustizia anche senza toga?

Giustizia anche senza toga? Un’interpretazione del conflitto in funzione dei soli parametri giuridici ed economici è destinata a lasciare in ombra realtà che sfuggono a spiegazioni razionali: si tratta delle ragioni intime, sempre diverse per ciascuno, mai esplicitate chiaramente, forse perché sovente neppure conosciute, eppure determinanti.

Giustizia: condurre le parti a ragionevolezza facendo leva su chiari elementi

Le soluzioni incentrate sui diritti da riconoscere mediante l’applicazione delle pertinenti norme giuridiche o di mere pratiche negoziali apparentemente chiudono il contenzioso, a volte neanche definitivamente, ma lasciano comunque ferite che solo la mediazione consente di evitare, intervenendo in modo definitivo e completo: chi ha la capacità di intuire i sentimenti, le aspirazioni, le emozioni delle persone può orientare opportunamente i comportamenti a favore di obiettivi comuni trovando i giusti elementi sui quali fare leva per condurre le parti a ragionevolezza, e quindi ad un accordo, che –se si è seguito questo percorso- è al contempo razionale ed emotivo, forte, definitivo ed a prova di imprevisti.

La mediazione come trasformazione delle relazioni

Si tratta, in definitiva, di accogliere una nuova e ponderata idea di giustizia e di risposta “all’uomo che confligge”, e quindi è il momento di pensare ad una giustizia anche non togata, come bene intitola un suo volume Cesare Vaccà. Una giustizia di prossimità, che abbatta i tempi ed i costi del contenzioso, ma forte nei contenuti, fraterna. Una giustizia che sappia percorrere nuove strade, ben oltre le ragioni oggettive ed i fatti, restituendo alle parti il potere, senza deleghe, e la forza di indagare le ragioni profonde. La mediazione assume come suo scopo precipuo la trasformazione delle relazioni che hanno generato il contrasto, mutando in ciascuno dei confliggenti la percezione del punto di vista dell’altro e chiarendo, al contempo, il proprio, precisando gli obiettivi reali e le motivazioni che spingono a trovare vie d’uscita soddisfacenti per tutti.

Una sfida culturale che non lascia spazio ad interventi dilettantistici

Solo questo elemento consente di pervenire ad un proficuo accordo sui fatti oggettivi, ed è per questo che ha senso promuovere e sostenere la mediazione con ogni necessario sforzo. Una sfida culturale che non lascia spazio ad interventi estemporanei e dilettantistici, come evidenziato anche nelle linee-guida della mediazione recentemente approntate dalle Nazioni Unite. Le forme di giustizia negoziata soddisfano, infatti, esigenze che vanno ben oltre l’effetto deflattivo del quale l’amministrazione giudiziaria può, eventualmente, giovarsi, poiché sono in gioco le aspettative dei cittadini di comporre senza pesanti traumi i conflitti che li vedono parte. Attraverso il superamento della logica dell’esclusivo ricorso agli strumenti giudiziari, ed adottando modalità costruttive di composizione dei conflitti, ci si avvia alla realizzazione della dimensione umana dell’individuo.

A cura del responsabile scientifico di Concilia Lex S.p.A. avv. Pietro Elia