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Mediazione e pubblica amministrazione: questo matrimonio s’ha da fare

Mediazione e pubblica amministrazione. Ogni anno, solo nei confronti del comune di Roma, rende noto l’unione, “vengono promossi circa 60mila procedimenti giudiziari che possono durare in media dieci anni e il cui valore, considerando tutte le cause in corso, supera il miliardo di euro” . Di tutti questi contenziosi, circa 8 mila sono cause civili “che potrebbero – benissimo – risolversi in pochi mesi attraverso il ricorso alla mediazione civile.

Pensate a cosa potrebbe accadere se a livello di management nazionale si decidesse di cambiare rotta e quindi di alleggerire la situazione debitoria della P.A.

Preoccupante immobilismo

Nonostante una circolare emanata nel 2012 (la nr. 9 del Dipartimento Funzione pubblica del Ministero della Semplificazione e la P.A.) in cui si invita espressamente le P.A. ad utilizzare tale istituto, qualora si operi iure privatorum, allo stato attuale si registra un preoccupante immobilismo.
Le cause di questa ostinazione sono complesse e derivano da un atteggiamento restio delle p.a. che pur essendo appunto pubbliche, non accettano il mondo che le circonda, che va sempre più veloce ed ha bisogno di risposte rapide e risolutive senza ripetutamente demandare a terzi, come quelle che in generale le stesse p.a dovrebbero dare e non danno, evidenziando ataviche inefficienze che ricadono sul cittadino e sulla società civile.

Mediazione e pubblica amministrazione: indiscutibili i vantaggi

La mediazione, non ci stancheremo mai di dirlo, è un istituto di alta civiltà giuridica che gioverebbe non poco all’efficienza della pubblica amministrazione anche e soprattutto a livello economico. Il recepimento del messaggio che non tutte le controversie debbano essere “tribunalizzate”, comporterebbe un alleggerimento sia di costi che di tempo, e quindi inevitabilmente si rifletterebbe sia a livello di servizi alla comunità che dal punto di vista economico.

Ci chiediamo, dunque, quante volte un giudizio lungo e quindi costoso non generi una fattispecie di danno erariale, che poche volte, a mio parere, viene rilevato dalla magistratura. Conoscendo la realtà “immobile” della nostra Pubblica Amministrazione, ci rendiamo conto di quanto la strada per l’affermazione dell’istituto della mediazione in questo contesto, sia ancora più impervia e difficoltosa del solito, ma tutto ciò non deve costituire un alibi ed impone di richiamare i rappresentanti della cosa pubblica ad un nuovo senso di responsabilità.

A cura Responsabile Scientifico Concilia Lex S.p.A. Avv. Pietro Elia