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Mediatore o facilitatore? Due scuole di pensiero

Mediatore o facilitatore? Fra gli addetti ai lavori si discute frequentemente su quale debba essere la competenza del mediatore ed il suo approccio nel tavolo negoziale. Mediatore? Ma fino a che punto? È una definizione che da un certo punto di vista potrebbe indurre ad una figura professionale che conduce ad un compromesso (quindi ad una transazione), fatta solo di rinunce. A volte, però, così non è, specie quando ci sono i presupposti per poter adottare la lente del cosiddetto valore aggiunto.

Mediatore o facilitatore? Puristi e pragmatici

I più grandi mediatori, nazionali ed internazionali, prediligono invece definirsi “facilitatori”, che indubbiamente è definizione più raffinata e purista e comporta quasi un distacco dalle proprie competenze professionali in senso stretto. In realtà, la dicotomia appena richiamata va ricondotta nell’alveo della scuola purista e di quella pragmatica. La prima individua nella conoscenza del conflitto e delle cause che lo generano una delle sue peculiarietà principali e quindi esalta le sue capacità comunicative e di individuazione degli ostacoli o blocchi che hanno portato le parti sul terreno avversariale.

Il facilitatore e l’astrazione dalla logica torto/ragione

Il facilitatore riesce ad astrarsi dalla logica torto/ragione andando al di là della materia del contendere, per perseguire ciò che è il meglio per le parti e non quindi il giusto. A tale scuola o corrente di pensiero si contrappone quella pragmatica, caratterizzata da un mediatore proattivo, il quale davanti ai tipici atteggiamenti di chiusura delle parti decide, insieme alle parti di affrontare l’esplorazione delle alternative spostando quindi la visuale iniziale e quindi ad una modifica di prospettiva visuale differente per far sì che i mediati si sgancino dal cosiddetto negoziato di posizione.

Quale delle due è più efficace? Rispondere in maniera assoluta probabilmente è riduttivo, sicuramente è auspicabile una commistione di queste metodologie che appaiono per certi versi indubbiamente complementari.

A cura del responsabile scientifico della Concilia Lex S.p.A., avv. Pietro Elia.