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Cultura della mediazione: come renderla di alto profilo

Cultura della mediazione. L’attenzione del Ministero verso la mediazione ed i sistemi alternativi alla giurisdizione ordinaria, è da accogliere con favore, ma non basta per l’affermazione definitiva. Sono tante le componenti che possono contribuire in tal senso, a partire da chi opera nel settore senza attendere la manna dal cielo, tuttavia è innegabile che per il futuro siano necessari dei robusti interventi sia dal punto di vista culturale, dando finalmente una dignità autonoma all’ADR che dal punto di vista legislativo.

Cultura della mediazione e modelli operativi

Abbiamo bisogno di modelli operativi forti e di nuova generazione, di best practice efficaci, altrimenti si coinvolge la magistratura in un istituto minore, si attrae la società in un miraggio che tale non deve rimanere.

Ecco delle riflessioni con possibili interventi

Ci attendiamo quindi interventi atti far chiarezza su alcune questioni ancora aperte:
1) Come rimuovere la cappa di ignoranza che ha soffocato le potenzialità di uno strumento veramente innovativo?
2) Quali interventi organici e capillari possono ipotizzarsi per il radicamento della cultura della mediazione nel cittadino –ma altresì nell’avvocato e nel giudice- affinché essa non venga considerata un balzello in più prima di poter approdare al giudizio, ma trovi terreno fertile in quanto via alternativa ricca di vantaggi?
3) E’ opportuno che il Ministero individui ed imponga linee di indirizzo ed adeguati canoni qualitativi in funzione degli obiettivi che alla mediazione sono attribuiti?
4) Quali sono i requisiti professionali dei quali devono disporre sia i soggetti che, con l’accredito
5) Quale modello e quale metodo operativo si scelgono? Come si forma il professionista, per quanto tempo?
6) Come possono essere individuati i profili necessari alla definizione degli standard di qualità del servizio di mediazione affidato agli organismi accreditati?
7) Come può controllarsi la qualità della formazione dei mediatori?
Gli enti di formazione dei mediatori sono accreditati dal Ministero della giustizia senza alcuna attenzione nei confronti della qualità, secondo regole che privilegiano i soli aspetti formali a scapito di quelli sostanziali. L’intero sistema della formazione evidenzia inammissibili carenze, testimonianza della ben scarsa considerazione riservata dal legislatore alla delicatezza del ruolo del mediatore: non sembra inutile auspicare un immediato cambio di marcia da Via Arenula.