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Parametri forensi: finalmente approdano nelle ADR

Presentata dal Cnf la proposta di modifica delle tabelle sui parametri forensi previste dal D.M. n. 55/2014 per la liq
uidazione dei compensi legali
. Nella seduta del 10 febbraio scorso, il Cnf ha approvato l’ipotesi di modifica dei parametri forensi, da sottoporre all’esame del Ministero della Giustizia.

Nel valutare l’impatto prodotto dai nuovi parametri sulla vita professionale degli avvocati a due anni di distanza dall’entrata in vigore del D.M. 55/2014, il Cnf osserva che, in linea generale, i nuovi parametri consentono “liquidazioni più significative dal punto di vista economico” rispetto al regime del previgente D.M. n. 140/2012.

Ciò nonostante – osserva il CNF – in alcuni casi essi “appaiono non proporzionati rispetto all’attività difensiva concretamente ed effettivamente svolta”. Da qui la proposta di una serie di modifiche dei parametri sia per l’attività stragiudiziale sia per quella giudiziale civile, amministrativa e penale.

Parametri forensi: ecco le principali ipotesi di modifica

Vediamo quindi le principali ipotesi di modifica proposte relativa al segmento che più ci interessa e cioè quello dell’attività stragiudiziale.

Per la prima volta il CNF entra nello specifico di tali attività che precedentemente erano definite in maniera alquanto imprecisa e propone l’introduzione di due tabelle distinte per “assistenza” e “consulenza”, dato che si tratta di attività con caratteristiche, anche in termini di durata, diverse: l’assistenza infatti presuppone un’opera continuativa che si articola in varie attività, anche di carattere diverso, protratte nel tempo; la consulenza invece può esaurirsi nel breve periodo od in un singolo episodio, potendo comunque rendere necessario lo studio di questioni di particolare impegno.

Sempre nell’attività di assistenza verrebbe annoverata anche quella espletata in sede di negoziazione assistita in quanto tale attività deve essere retribuita separatamente dalla giudiziale e stragiudiziale “ordinaria”.

Per quanto concerne la disciplina del compenso dovuto nell’ambito della mediazione (esteso anche alle adr in generale e agli organismi di composizione delle crisi da sovraindebitamento) si ritiene opportuno applicare, tenendo conto delle fasi effettivamente svolte e della eventuale minor complessità dell’attività svolta, o una tabella generica come quella attuale in base al valore della controversia, oppure una più particolareggiata e specifica con un compenso omnicomprensivo che si riferisce a tre distinte fasi (introduttiva, istruttoria e conclusiva del procedimento) in cui si articoli la mediazione . Sul punto non può non attrarre l’attenzione il termine fase istruttoria che ha ben poco di stragiudiziale, tuttavia riteniamo che si riferisca all’unico mezzo di prova ammesso in mediazione qual è la consulenza tecnica.

Finalmente attenzione dal parte dell’avvocatura

Nell’insieme tale regolamentazione si può accogliere positivamente, in quanto denota, finalmente, un certa attenzione da parte dell’avvocatura a livello apicale nei confronti non solo della mediazione ma del mondo stragiudiziale.

A cura del responsabile scientifico di Concilia Lex, avv. Pietro Elia